Della vicenda di Contador e del clembuterolo parliamo anche noi in "Storie di Doping", ce ne parla il ciclista gregario di cui abbiamo raccolto la testimonianza. Per la cronaca, i fatti nudi e crudi sulla squalifica del ciclista spagnolo, li trovate qui http://www.rainews24.rai.it/it/news.php?newsid=161387
lunedì 27 febbraio 2012
Visitate www.positivoallasalute.it
Come da titolo. Le nostre iniziative si basano per forza di cose su un progetto istituzionale, a cui devono molto se non tutto. Quindi, oltre a ringraziarne i responsabili, vi invitiamo a visitare il sito http://www.positivoallasalute.it relativo al progetto della regione. Vi trovate dati, testi, filmati. Molto completo, in tema di prevenzione del doping attraverso l'informazione e l'endorsement.
In anteprima la premessa di "Storie di Doping"
La nostra pubblicazione non ha natura commerciale, e presto ne pubblicheremo qui ampi stralci, storie, racconti esemplari. Ma mentre "lavoriamo duro" per limare le bozze, condividiamo qui sotto la premessa che accompagna il libro "Storie di Doping", una raccolta di storie vere, confidate al Telefono Pulito, e che valeva la pena divulgare.
Premessa
I sei racconti che
costituiscono il cuore di questo libro sono altrettante storie vere. I nomi, i
luoghi e alcune circostanze particolari degli eventi sono stati modificati per conservare
una certa distanza e un certo rispetto nei confronti delle vite private dei
protagonisti, ma il resto corrisponde alla realtà di alcune telefonate ricevute
dal Telefono Pulito (numero verde 800.170.001) della Regione Emilia Romagna, un
servizio attivo dal 18 marzo 2002 che nei suoi primi dieci anni di attività ha
ricevuto più di seimila richieste di consulenza da parte di persone con
problemi di doping. Per ricondurre le storie personali alla loro dura
oggettività sanitaria, ogni racconto è seguito da una scheda medica che
analizza le sostanze citate, i loro effetti a breve e lungo termine e le
conseguenze sul paziente protagonista.
Sono tutte storie di
gente normale che più normale non si può, che non vive lo sport a tempo pieno e
che nella vita fa altro: un giocatore di scacchi, un golfista della domenica,
un ex obeso che si è fatto venire la mania della forma fisica impeccabile… Per
questo, nel loro piccolo queste vicende dimostrano che il doping oggi è
diventato qualcosa di più sfuggente e inquietante di quello che pensiamo di
solito. Queste testimonianze dirette, che sono il frutto della paura e della
preoccupazione personale che ha spinto molte persone a rivolgersi al servizio
sanitario per tutelare se stesse, chiariscono che il mondo del doping, con
tutti i suoi pericoli, non è qualcosa che si trova lontano dalla nostra realtà
quotidiana, apparentemente separata dal mondo esasperato degli sportivi
professionisti, ma qualcosa di vicino, una rete di valori corrotti e di
consuetudini nocive che si può incontrare dietro l’angolo di qualsiasi strato
sociale italiano. I micro-drammi privati narrati dai protagonisti di ogni
storia testimoniano che l’uso deviato di terapie farmacologiche o l’assunzione
di sostanze stupefacenti per trasformare il proprio corpo potrebbe riguardare
chiunque. Qui siamo fuori dallo sport agonistico. Nessuna di queste persone
racconta un’esperienza di vittoria rubata. Nessuno di loro mirava a salire sul
gradino più alto del podio al posto di chi se lo meritava davvero. Il loro uso
di prodotti dopanti nasce dallo sfogo di tensioni più intime, da errori di
valutazione o dalla necessità di costruirsi un’identità in modo sbagliato e
rovinoso.
Se non c’è una gara da
vincere, se non c’è un profitto economico, quali strade possono condurre
qualcuno al doping? Queste storie non rispondo a questa domanda ma la pongono
con forza ancora maggiore e precisano oggettivamente che doparsi vuol dire
spingere la propria salute oltre la soglia del rischio, contribuendo inoltre a
rovinare la propria vita sul piano delle relazioni umane e interpersonali, con
esiti a volte drammatici. A ben vedere, in fondo, questa forma non
professionistica di medicalizzazione del corpo sano ci costringe a riflettere
su una realtà ancora più inquietanti di quella che di solito emerge dalle
cronache sportive, perché nessuno di noi dopandosi potrebbe battere un campione
vero ma chiunque di noi potrebbe essere il protagonista di questi racconti e
scoprire di aver messo in pericolo se stesso.
Dal 2002, più di seimila telefonate sul doping
Chiama il telefono pulito: 800-170001. E' un servizio meno noto di quanto meriti. Ma è un servizio ben fatto, utile e professionale. E’ una linea dedicata con numero verde (telefonata gratuita da tutta Italia) attraverso la quale si possono avere informazioni sulle sostanze dopanti o sospette tali, sui loro effetti sulla prestazione sportiva, sugli effetti collaterali, sui rischi relativi al loro uso, sulle interazioni con altri farmaci, sostanze, cibi e bevande, sugli integratori. La linea è attiva dal 18 marzo 2002 ed è a disposizione degli utenti tutti i giorni dal lunedì al venerdì dalle ore 14:00 alle ore 16:00, le risposte ai quesiti vengono fornite al momento della telefonata oppure via fax o via e-mail entro 24 ore dalla formulazione della domanda. Al telefono rispondono i medici del Centro Regionale Antidoping. Per valorizzare quasi dieci anni di esperienza, per non lasciare ad ammuffire 6mila telefonate di sportivi, abbiamo pensato di raccontare quelle storie esemplari, affinché quei colloqui non siano utili solo alle persone ai due capi della cornetta, ma a tutti quelli che hanno interesse o dubbi sull'argomento doping. Le raccontiamo qui, su questo blog, in tanti incontri con le scuole del territorio della ragione, le raccontiamo con una pubblicazione che raccoglie le più significative ed esemplari. Seguiteci qui per ogni aggiornamento.
Chi siamo
Gustavo Savino, Raffaele Candini, accompagnati per mano dall'editor Jonathan Sisco. Gustavo è il tenutario del sapere sul doping. Risponde al telefono pulito, è medico sportivo, farmacologo, lavora al Centro Regionale Antidoping, e ha messo a disposizione dieci anni di esperienza, telefonate, rapporti personali, per plasmarle in una pubblicazione in qualche modo educativa. Raffaele ha lavorato in varie amministrazioni, è pubblicista, è consigliere del Csi Modena, ha animato "Storie di Doping" fin dal principio". Jonathan e il suo studio "Le Parole", hanno sgrossato la creta solo parzialmente modellata dagli altri due. Tutti a disposizione se avete qualche dubbio, richiesta, domanda.
Benvenuti!
Sono più di due anni che triboliamo con questa idea. Forse questa è la volta buona, e riusciamo a darle corpo con un progetto, un sito, un ciclo di incontri, una pubblicazione. Grazie alla disponibilità del Gruppo Ghirlandina dei Rotary Club modenesi, che senza nemmeno conoscere bene noi tre "ideatori" (?) ha sposato l'idea senza se e senza ma. Se volete saperne di più leggete i prossimi post.
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